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martedì 26 agosto 2014

Eureka!

Torno da una bella vacanzina in Provenza.
Pensavo di ricordarmi soprattutto di aver visto splendidi paesaggi, aver assaggiato ottimi vini, aver mangiato costantemente bene.
Ed invece, mi accorgo che il lascito più importante è stato altro...




A beneficio di coloro che non l'hanno mai visitata, vi annunzio che la Provenza è veramente bella.
Vabbè, stonano un pochino i Francesi, da me mai veramente amati, ma dal punto di vista del territorio, niente da dire.
D'impatto, mi verrebbe da ritenere che, ad oggi, fra Francia e Itaglia esiste un divario di almeno una ventina di anni di differenza di sviluppo (a nostro sfavore, obviously); ma l'affermazione è troppo generalista e rischia di essere catalogata come una delle tante gufate pessimistiche che i benpensanti non vogliono sentirsi dire.
E siccome a me dell'Itaglia mi importa veramente zero, vorrei fare un parallelo con la nostra amata Sienina, che mi interessa di più.
Le vicinanze territoriali e culturali fra la Provenza e la nostra provincia sono, in alcuni casi, imbarazzanti: stessi paesaggi, stessa passione per i vini ed i formaggi, stessa ricchezza culturale.
Con una bella differenza: i nostri paesaggi sono più belli (per me), i nostri vini e formaggi più buoni (per me), la nostra ricchezza culturale più affascinante (per me).
E con un'ulteriore, importante divergenza: che noi sappiamo vendere parecchio, parecchio meno bene ciò che abbiamo a disposizione.
La Provenza offre un servizio, ma soprattutto l'immagine dello stesso servizio, in una maniera enormemente migliore; e facendosi pagare assai di più.
Ogni filo d'erba, ogni muretto, ogni chicco d'uva trova una strepitosa valorizzazione, un'attenzione che qui ci sogniamo.
Varrebbe la pena che i nostri amministratori, magari dopo aver studiato un bel corso di marketing, facessero un giro sulle colline dei villaggi medioevali provenzali e capissero, soprattutto in ottica di Capitale Europea 2019, come vendere un'offerta e come valorizzare le proprie ricchezze.
Le supercazzole, il vuoto comunicativo dei siti internet, le accuse di gufismo verso chi critica non sono insomma accettate in Francia. Dove, evidentemente, si guarda più ai fatti concreti. E dove anche gli amministratori stanno cercando di diventare dei manager, più che dei politici di professione.
Bene, vi sembra ancora troppo generica come questione?
Suvvia, me ne farò una ragione e vi farò alcuni esempi di cosa ho trovato.
Esempio n. 1: Arles, cittadina grande come Siena, di grande fascino e di belle tradizioni, al momento del mio arrivo esplodeva letteralmente di turisti, arrivati da tutta Europa. Alberghi stracolmi, impossibilità di pernottamento. Sapete perché?
Perché in un paesone di 50.000 abitanti erano stati programmati otto (8) eventi fra mostre, fiere, concerti. Il che, inevitabilmente, invogliava la gente a restare, a godere dell'offerta culturale della città.
Il vuoto delle cose da fare soprattutto dopo il tramonto (tranne la giratina in Piazza del Campo o le feste in contrada, dove gli stranieri difficilmente accedono) lascia nel nostro caso invece spesso sconcertato un turista, che ormai trova stimoli impressionanti in qualunque altra località, anche meno piacevole della nostra. 
In altri termini, se non si programmano eventi in serie, a catena, anche intersecati fra di loro, con tematiche ben precise, difficilmente possiamo sperare di attrarre gente e soprattutto farla rimanere per più di un giorno.
Esempio n. 2: oltre ad avere la fortuna di avere a disposizione bellezze inconsuete, bisogna saper accogliere il cliente. E non parlo solo dell'accoglienza personale, fatta di sorrisi, domande, premurosità (al contrario, spesso a Siena scacciamo con i nostri atteggiamenti folosissimi le persone), ma soprattutto dell'accoglienza turistica in se stessa.
In Provenza un fiume, una collina, una cantina, un borghetto di campagna sono motivo di business turistico, che si crea attraverso la facilità di offerta di alloggio e l'accesso facilitato alla stessa.
Immaginatevi una cosa bella da vedere, o da fare. Bella, ma non necessariamente bellissima. Bene, intorno ad essa nasce una rete di alberghi, albergoni, alberghetti, B&B, hotel, che impressiona per la qualità e la disponibilità.
In più, arrivare a sfruttare ciò che si vuol vedere è normalmente facilissimo. Aix-en-Provence, di notte, letteralmente esplode di persone disposte a spendere una media di 30 euro a testa per mangiare in un dedalo infinito di ristoranti. Il centro storico è totalmente chiuso al traffico, tranne pochissime strade che conducono... udite udite... a dei parcheggi interrati!
Ebbene sì. Dalle nostre parti, ci è stato detto (da associazioni verdi o biciclettistiche) che costruire parcheggi per auto a ridosso o dentro un centro storico è anti-storico, anti-ecologico, anti-economico. In Francia, si parcheggia (e si guadagna) ovunque nelle immediate prossimità di un evento, senza che si creino file mostruose, come ci paventano a Siena.
Avignone dispone, a circa 100 metri dall'immenso Palazzo dei Papi, di un parcheggio all'aperto multipiano ad impatto zero sulla gradevole cittadina. Marsiglia è dotata di una moltitudine di parcheggi interrati, nonchè di un tunnel sotterraneo che passa sotto al mare, che collega i punti cardinali di una metropoli in pochissimi minuti di guida.
Mah, non vorrei quindi che fosse successo un fattaccio... Non vorrei cioè che a noi, per mantenere intatti i privilegi di pochi, abbiano detto solo emerite stronzate; ci abbiano riempito di favole che, tuttavia, il piccolo mondo contemporaneo smaschera alla velocità della luce. Basta, ad esempio, fare un viaggetto fuori dalla nostra bolla quantica.
Siamo gufi o persone intellettualmente oneste?
A voi, come sempre, la scelta.

10 commenti:

  1. Ho fatto un viaggio in Provenza in moto circa 13 anni fa e non posso che confermare tutto ciò che dici. Già allora notammo questa attenzione smisurata per il turista.
    Anche noi eravamo ad Arles e pensa che a pochi chilometri si teneva un festival pianistico di fama internazionale. Ogni sera c'erano più concerti di vario genere che attiravano gente come mosche al miele.
    Avemmo l'opportunità di vedere Keith Jarrett spendendo 1/4 di quanto ci avevano chiesto in Italia dieci giorni prima.
    Ma per prendere esempio basta guardare molto più vicino: i nostri connazionali altoatesini infatti, che hanno montagne e poco più, valorizzano al massimo ogni filo d'erba, ogni albero, ogni mirtillo che cresce nei loro territori, con un'attenzione maniacale per la preservazione di tale patrimonio. Frequentandoli, capisco perché non vogliono essere italiani: hanno paura che se ci si mette mano noi, gli si sciatta tutto ciò che hanno faticosamente costruito per anni e che cercano di salvaguardare e valorizzare.
    Non è esterofilia o "tafazzismo", ma solo andare a giro, aprire gli occhi e fare valutazioni oggettive.

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  2. Avete uno splendido appartamento in centro?
    Avete un figlio che non può entrare al Monte, non è di Lecce e non fanno più concorsi!
    Vokete creare per lui un'attività recettiva per dargli un futuro?
    Dovete rispettare 1/16 di luce con la finestra, il bagno con l'antebagno, le camere devono essere come piazze d'armi..... etc etc
    Non ne fate nienye e maledite gli idioti che hanno imposto delle regole STUPIDE, e vi ritrovate un figlio disoccupato!
    A NY in centro pieno in un appartamento la camera matrimoniale conteneva a malapena il letto, m'importava una sega ero in centro e le recenzioni erano perfette per pulizia e servizi offerti, era il mercato che decideva, no uno stupido burocrate.... Braccia rubate all'agricoltura!!!
    Bertoldo

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  3. Caro Simone, tutto ciò che scrivi per me è vangelo illuminante.
    Anche io la penso come te, e come te giro il mondo con il cervello connesso al luogo ove mi trovo, interagisco con gli abitanti autoctoni e cerco di studiare ed assimilare ciò che di buono ivi viene fatto.
    Ho imparato molto, devo dire, e molto sono rimasto affascinato dall'impegno e dalla fantasia che taluni popoli hanno, ma molto mi sono anche incazzato proprio pensando a ciò che noi senesi stiamo sprecando.
    Da umile imprenditore (del turismo), ma da profondo conoscitore del mio mestiere (autobus e limousine, quarta generazione nel mestiere nrd), e soprattutto da curioso e volitivo cittadino del mondo, ho tentato un dialogo con i nuovi manovratori del vapore, proponendo idee, investimenti, risparmi, suggerimenti...... ma pare che le mie parole le abbia veramente portate via il vento.
    Chi li ha più sentiti, lorsignoroni.......
    E' frustrante tutto ciò, ma soprattutto è frustrante vedere sciupare ciò che i nostri avi hanno creato per noi....
    Però ce lo meritiamo, visto che continuiamo ad eleggere simili arroganti incapaci.
    Con stima ed affetto al grido di forza Robur
    Stefano Ricci

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  4. Persone intellettualmente oneste...non è questione di gufare, ma di buonsenso!
    D'altronde, Foloso City non disponendo di due facoltà universitarie come Economia e Scienze della Comunicazione non poteva chiaramente preparare dei professionisti sul marketing territoriale e approccio al turismo di massa...almeno sarebbe stata preparata ad accogliere i turisti messicani e brasiliani tanto interessati alle bellezze cittadine.

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  5. ANNI DI FIATO SPRECATO SULL’ARGOMENTO!
    Pensare che avevo scelto STORIA DELL’ARTE a LETTERE proprio in virtù del mio amore per la nostra storia ed il nostro patrimonio!

    Ho viaggiato dal Cipango alle Americhe e MAI, dico MAI ho visto nazioni così belle e ricche come l’Italia (nonostante i GRANDIOSI danni fatti dai nostri politici di destra e sinistra dal dopoguerra in poi).

    Abbiamo trasformato un MUSEO A CIELO APERTO (concetto inventato dai FRANCESI che a me, a differenza di Almuta, stanno simpaticissimi) in una cloaca di palazzine e fabbriche OVUNQUE distruggendo il territorio e la sua cultura (arte, scienza, artigianato).

    Addirittura IN SPAGNA sono più avanti di noi in queste cose!!!!
    Ma basta superare le ALPI e ti ritrovi nell’ISOLA CHE (da noi) NON C’E’ e invece lì…. PERDIO… C’E’!!!! O come mai? O com’è possibile?

    Io una risposta l’ho trovata facile facile:
    Sviluppare cultura e turismo non procura movimenti di capitali tali da POTERCI MANGIARE (chiamasi CORRUZIONE). Le attività turistiche e culturali DISTRIBUISCONO benessere (e denaro A PIOGGIA parcellizzandolo e non incanalandolo in torrenti in piena bensì in democraticissimi rivoli che si diramano ovunque ma MENO CONTROLLABILI dalla “APOLITICA”).

    Ecco perché ciò che E’ LOGICO e NORMALE oltre le Alpi NON LO E’ IN ITALIA!!!
    I soldi si possono rubare FACILMENTE solo se si gestiscono INDUSTRIE, OSPEDALI e BANCHE!!!

    Se si fa il BENE DEL TERRITORIO (e del POPOLO) il SISTEMA ci perde!! (non in voti, badate bene, in DENARO RUBATO che sia per CORRUZIONE o che sia per CONCUSSIONE!)

    Ecco IL PERCHE’!!!!

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    1. concordo.mai avuto problemi coi francesi che sono si spocchioselli,ma per carità, fanno bene a umiliare noi italici ormai sempre più incarogniti. poi anche a me,onestamente ,importa poco o nulla del mio paese. penso a Siena, alle facce -politicallY correct- che imperano e pontificano nel nostro territorio, arroganti e assoluti autonominati padroni della verità. ci metto loro e ci metto i mediocri che pendono dalle loro labbra e che,tipo le mammine delle scuole, per le loro mestruazioni e le loro ripicche , influiscono su tutta la comunità. vorrei una Siena forte, aperta a tutti ma protettrice delle sue tradizioni e delle sue istituzioni, acculturata e valorizzata, collegata almeno con un aeroportino decente (visto che treni e autostrade ci hanno tagliato fuori) e dove la sera esci e c'è sempre qualcosa di BELLO e non di GRAZIOSO o CARINO.chiedo troppo? Bozzon

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  6. Ma la Zumba al SMS non la consideri?
    Cazzo che eventi a Siena!

    Gianluca

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    1. Continuo a credere che dentro uno dei musei più belli del mondo varrebbe la pena, una tantum, fare una mostra di arte. Mostra di Veermer docet. Così, tanto per provare, per vedere se qualcuno viene a vederla...

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  7. Simo, la tua analisi è ovviamente perfetta.
    Noi abbiamo 3 guaii.

    1 - Gli amministratori nostri sanno una sega. Tu credi che il Cenni o il Ceccuzzi o il Valentini abbiano mai risieduto un mese in vita loro all'estero? L'autoreferenzialità diventa quindi ovvia.

    2 - La massa di regole viene imposta ad arte dagli amministratori/politici per dare loro potere. A te il permesso per allargare il garage glielo do, a lui no.

    3 - E questo è il problema più grave - la gente in media qui non capisce una sega. Senno' ad esempio a Siena non avrebbero rieletto i soliti.....

    Non credo ci sia da discuterne troppo.

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    1. Caro Vincenzo.
      Mi trovi totalmente concorde sui punti 2 e 3 (fra l'altro, il punto 2 a mio avviso meriterebbe un approfondimento).
      Anche sul punto 1, ma con una distinzione. L'autoreferenzialità è IL male nostrum; tanto studiato ad arte, che poi il Potere conia anche una ideologià di fondo (la "senesità"...) per sostenerlo. Non so tuttavia fino in fondo se sia vero che "gli amministratori nostri sanno una sega". Non so cioè se non sanno o sanno ma fingono di non sapere... Di fatto, il risultato non cambia. Ma cambierebbe assai la percezione e la coscienza del perché avvengono certe cose.

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