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mercoledì 27 agosto 2014

Lo scivolone

Dal vocabolario Treccani.
Dicesi "scivolone" una (cito) "caduta fatta perdendo l'equilibrio nell'appoggiare il piede su una superficie scivolosa".
Suono onomatopeico: "sguiscccc".




Oggi sdirazzo, ve lo dico subito.
Entro in un campo non mio, per cui è probabile che finisca per scrivere solenni cazzate.
Ma ci si prova uguale.
Quando parlo di scivolone mi riferisco ad una affermazione del sindaco Valentini che vedo riportata sul suo profilo facebook (aperto a tutti, io non sono "amico").
Nel corso di una gitarella in Sicilia - complimenti per aver scelto una delle regioni più belle d'Italia, a mio avviso - il nostro sindaco riporta alcuni commenti sui luoghi visitati.
Commenti interessanti, che fanno anche riflettere e denotano interesse per ciò che si sta visitando.
Fino all'ultimo, dove, secondo la mia modesta opinione, si scivola. E anche di brutto.
Siamo nell'Agrigentino, terra di immani contrasti, fra le bellezze paesaggistiche, le ricchezze della memoria di antiche civiltà e la distruzione operata dall'uomo moderno. E terra che ha dato i natali a tre enormi geni della letteratura contemporanea (Pirandello, Camilleri, Sciascia).
Il nostro sindaco apprezza e riflette. Domandandosi poi, un po' sorpreso, come proprio lì, "in un triangolo così circoscritto e così denso di contraddizioni, stretto fra miseria e nobiltà, storia ed immanenza", siano nati questi tre giganti della nostra letteratura. E rincara: "Menti finissime che non sono naufragate nell'arte di arrangiarsi che sembra incombere su questa parte d'Italia".
Premesso che si tratta di parole scritte in estrema libertà, bisognerebbe tuttavia che si ponesse un filino più di attenzione a ciò che tutti possono leggere.
Qualcuno potrebbe non apprezzare (come è avvenuto in qualche commento) e strumentalizzare lo scritto, soprattutto in ottica di canditatura per la Capitale Europea.
Chi vi parla è un innamorato della Sicilia e dei propri abitanti. Gente esagerata in tutto, nel bene e nel male. Mezze misure non esistono.
Ma gente che ha probabilmente introiettato nel proprio dna una grandezza culturale non comune, forse derivante da epoche di dominazione straniera, quasi sempre illuminate.
La Trinacria è difatti un luogo di passaggio, di frontiera; e, come sempre accade in questi casi, assai complesso. Molto di più delle società chiuse, come lo è stata per tanto tempo la nostra cittadina.
Il giudizio (in libertà) di Valentini pare quindi ad una prima lettura tranciante, superficiale, non elegante. Un po' da elefante dentro una cristalleria, per intenderci.
Quasi come se uno straniero desse un giudizio sul Palio, disconoscendone la storia, le tradizioni, il mantenimento delle stesse.
Dietro Pirandello, Sciascia e Camilleri si staglia quindi una società complicatissima, che come tale va trattata. La stessa prosa dei loro romanzi (soprattutto in Pirandello) è anomala e "stramba".
Insomma, quasi quasi, se si riuscisse a fare il turista ed a gestire qualche volta questa incontinenza verbale da social network, forse male non sarebbe. Almeno fino a metà di ottobre...


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