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lunedì 1 settembre 2014

"Il vizio innaturato della amministrazione nostra Municipale"


Nel percorso avanguardista e non fintamente chic che abbiamo intrapreso nel capire cosa sia 'sta benedetta "Senesità" che permea la nostra esistenza, tutti noi sappiamo che il riferimento al passato remoto è fondamentale: abbiam capito difatti che i nostri avi facevano le cose per bene, noi (parrebbe) parecchio meno! Rappresentando, pertanto, un passato complesso (come tutti i passati) come leggendario, mitico, scevro da analisi storiche obiettive e critiche.
Bene, trovate sotto una chicca, un documento d'archivio, che a me ha fatto molto riflettere, fino a chiedermi se davvero i nostri trisnonni non avessero, mutatis mutandis, i nostri stessi vizietti, soprattutto in ambito di amministrazione della res publica.
Ah, a beneficio dei wtuttisti incalliti: chi scrive è uno Storico (la S maiuscola non è a caso). Per cui, leggete il tutto con mente aperta e non pregiudizievole. Conviene.
 



Uno di questi giorni, scorrendo un giornale senese, mi sono imbattuto nelle seguenti righe: “La prima cosa che biasimiamo fu il vizio innaturato della amministrazione nostra Municipale, cioè la parzialità colla quale si diedero a fare i lavori degli apparati. Nessuna concorrenza, nessuno eccitamento alla attività individuale, ma predilezione, separatismo, favore. Da ciò ne venne ritardo, imperfezione, scontentamento di molti, vantaggio di pochi”.
Accidenti, chi sarà mai l’impavido redattore che si permette di denunciare così aspramente l’operato dell’Amministrazione comunale, per quale prode testata collaborerà mai, e soprattutto a quale questione si starà riferendo, vi chiederete incuriositi e probabilmente anche un po’ sbalorditi. Beh, in effetti, vi devo qualche delucidazione: in questo periodo sto famelicamente compulsando i rari giornali senesi della seconda metà dell’Ottocento per completare una pubblicazione sulle strade comunali intestate a fatti e personaggi del Risorgimento.

Ebbene, su “L’Indicatore Senese” del 3 maggio 1860 ho scovato un illuminante articolo in cui il cronista, dopo aver iniziato affermando di dover “dire la verità tutta”, bontà sua, elenca puntualmente, e con notevole vis polemica, tutto ciò che ai suoi occhi non era scorso per il verso giusto durante i solenni festeggiamenti organizzati dalla città per la visita ufficiale di Vittorio Emanuele II, avvenuta il precedente 26 aprile, che stava rendendo omaggio ai territori della Toscana dopo la plebiscitaria annessione al Regno di Sardegna sancita con il voto del 11 e 12 marzo di quell’anno. Tra cui, non casualmente inserita al primo posto fra gli aspetti negativi, spicca proprio la severa accusa al Municipio senese, reo di essere caduto nell’abituale errore (“vizio innaturato”) di aver coinvolto nei preparativi e negli allestimenti della visita reale solo una parte minima e ben definita della cittadinanza, ignorando quella che forse sarebbe stata più meritevole e capace, ciò che provocò ritardi, inadeguatezze e proteste.

Per inciso: tra i principali animatori de “L’Indicatore Senese” va annoverato il giovane Luciano Banchi, all’epoca nemmeno ventitreenne (era nato a Radicofani il 27 dicembre 1837), che anzi fu probabilmente l’estensore dell’articolo in questione (senza firma in calce, come spesso accadeva allora). Banchi, senz’altro una delle menti senesi migliori dell'epoca, negli anni seguenti, e per più volte, fu Sindaco della città. Insomma, le sue enormi capacità, la competenza e versatilità, il suo innato spirito critico, alla lunga vennero premiati. Tuttavia sul momento gli articoli scritti per “L'Indicatore” non dovettero essere altrettanto apprezzati, se dopo il numero seguente, uscito il 14 maggio, il foglio fu costretto a chiudere, per poi riaprire più di due mesi dopo.

Un secolo e mezzo fa, a Siena.



Roberto Cresti *





*Roberto, amico che gode di grande stima sia personale che professionale, Nicchiaiolo, da anni si dedica ad un'attività che ci aiuta a capire chi siamo e da dove veniamo, senza edulcorate iniezioni di buonismo o di retorica partigiana. Vi invito a leggere qualche suo lavoro, in modo tale che possiate capire di cosa si stia parlando.

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