Il canale youtube di wiatutti!

lunedì 27 ottobre 2014

Il borgo deresponsabilizzato

Molti eventi sono successi in questo fine settimana, non tutti rosei per il nostro borgo di cristallo.
Un comune denominatore accompagna le reazioni dei veri responsabili degli insuccessi: dare la colpa ad altri.




È proprio così. Pare un virus, ma non lo è. È semplicemente una tecnica banale di scarico delle responsabilità per mantenere lo status quo con annessi privilegi consolidati. Statene certi...
È un po' come se il marito (o la moglie) rientrasse in casa e trovasse a letto il proprio partner con altri e credesse alle di lei/lui parole: "Io non c'ero".
Impressionante è la decadenza intellettiva e, se mi permettete, anche, a questo punto, la deriva morale di certi miei concittadini, disposti ad accettare tutto, anche contro l'evidenza dei fatti, pur di non contraddire chi dispensa al momento le briciole.
E dopo questo pusillanime pistolotto moraleggiante, andiamo ai fatti.
CASO 1 (il minore forse in termini di importanza, ma quello che coinvolge maggiormente questo blog): Robur-Ponsacco 1-1, ci girano ormai un po' le scatole, qualcosa evidentemente non va, queste le parole del dopo partita di Ponte: "... abbiamo una gran bella squadra... i risultati raggiunti fino ad adesso sono eccezionali". No, non è vero, i risultati finora non sono per niente eccezionali. Il presidente deve anzitutto migliorare la dialettica con il pubblico e, semplicemente, iniziare a dire come, quando e perché intervenire per risolvere i problemi. Altrimenti alzare una manina e chiudere aiuto, come si fa quando non si riesce a venire a capo di un problema. Con grande serenità ed onestà intellettuale.
CASO 2: venerdì sera, come il mio ruolo di finto blogger mi impone, vado alla conferenza di Sacco & C. per capire meglio il tremendo Bid Book. Ed anche per cercare di verificare i tanti passaggi che non avevo inteso, con l'animo, ve lo giuro, di chi umilmente va ad apprendere qualcosa di nuovo. In realtà questa premessa è stata volutamente bypassata dal regime: chi era presente non è andato a capire cosa fosse stato presentato ad una commissione giudicante europea, ma è stato messo di fronte al fatto compiuto di un piano B che, ad oggi, non si capisce chi coordini, dove prenda i soldi, che tipo di ricadute avrà sul territorio, ma - soprattutto - chi gestisca nelle spese previste.
A casa mia, chi ha perso va via e lascia il posto ad altri più bravi. Non viene, "a tradimento", ad illustrare un altro piano autoreferenziale ad un pubblico accorso per altri motivi. Il regime ha pertanto perso un'ulteriore occasione di partecipazione popolare ad un progetto che dovrebbe coinvolgere l'intera cittadinanza, anche e soprattutto coloro che non sono concordi. 
E dopo essersi impossessato del primo step (la canditatura) ed aver nettamente fallito l'obiettivo, si è immediatamente riciclato producendo un piano B che riconferma tutte le obiezioni per cui il piano A aveva fallito! Guardate che pare impossibile, ma, se vi fermate a riflettere, è andata proprio così...
L'invito al prof. Sacco, che ho trovato molto preparato almeno al livello di comunicazione verbale, è di affrancarsi da un sistema politico che non lo farà mai esprimere per ciò che vale, cercherà anzi sempre di cooptarlo e di pilotarlo.
La cultura non appartiene alla sfera politica. Anzi, quando da essa è toccata, muore all'istante. Il piano B, perlomeno, doveva essere anzitutto condiviso con la cittadinanza, cui andava permesso di porre le domande che sono mancate nell'arrogante prima parte dell'avventura. Non solo ciò non è successo, ma anzi il treno è ripartito, fuori orario, a tutta velocità, con i posti migliori già assegnati e senza aspettare chi voleva capire come fare a salire...
CASO 3: come previsto, una banca tecnicamente fallita non ha passato gli stress test della BCE. Non mi allineo con coloro i quali credono che la governance, vecchia e nuova, abbia fallito i propri obiettivi. Al contrario, sono uno dei pochi che credono che questi di ora, come quelli di prima, stiano centrando in pieno lo scopo, che è quello di devastare e svendere una banca troppo "ingombrante", a tanti livelli. Infarcire l'istituto da anni di quadri costosi ed improduttivi, cooptare i livelli critici, aggiustarsi con la politica cittadina, favorire l'addio degli onesti lavoratori, svuotare le casse e cedere i cosiddetti asset più produttivi era un piano calcolato, che parte da lontano.
Ma queste sono le elucubrazioni di un folle, per cui non fateci caso. Veniamo al punto. La colpa del disastro attuale non è, ci viene detto, di questa governance, nè di questa amministrazione politica; è degli altri, di quelli che c'erano prima, financo della BCE, che ha cambiato i parametri di giudizio del test.
Non è così, evidentemente. Chi c'è ora, solo per pudore dovrebbe immediatamente lasciare, facendo un fagottone e mettendo dentro anche certe figure minori imposte contro ogni logica, insieme a coloro i quali hanno favorito la tendenza, "invitando" a farsi da parte chi avrebbe voluto proporre opzioni alternative (come la Bonazza). Leggo al contrario che anche qui è scattato un piano B, che dovrebbe rappresentare l'ultimo passaggio per far scomparire una banca cittadina.
L'importante è continuare a fare inchini e sbandierate.

Ah, per chi ancora ci crede, questa è la nostra città.



2 commenti:

  1. Purtroppo è tutto vero..anche io la penso esattamente così......Quando ci svegliaremo sarà sempre troppo tardi !
    Ma tanto c'e' ancora il Palio.......W la Folosa Fallita Sienina nostra...

    Troio & Nello

    RispondiElimina
  2. Il Palio... ovvia, finalmente si ridurranno le spese, si tornerà al Palio d'una volta, si chiuderanno le porte e, mi raccomando (ma sul serio) torniamo a coltivare gli orti accanto alle mura e... CHI UNN'E' DI SIENA STIANTI!!!

    RispondiElimina