Il sabato del villaggio

Per certi versi, non vedo l'ora già di essere a sabato...

Perché?
Vi elenco i motivi.
1) Dopo la partita di Gualdo (ma soprattutto Casacastalda), sono caduto in un'immonda depressione post sconfitta; non tanto per il punteggio in sè, quanto per come esso è maturato. Per cui mi serve immantinente una partita da giocare e da vincere, per dimenticare in fretta.
2) Mi dicono che Robur Siena-Poggibonsi sia fatta giocare in anticipo ed alle ore 14,00 per essere una partita di cartello... Vabbè, non voglio nemmeno pensarci, non voglio minimamente essere paragonato ai cugini valdelsani, ai quali non mi lega niente, soprattutto dal punto di vista calcistico. La partita è una come le altre, niente di più o di meno.
Ma soprattutto 3) Allora, allora, allora... Leggo di una concreta, quasi consolidata ipotesi di coreografia pro Siena EU(tanasia) 2019. All'indomani, fra l'altro, di un simpaticissimo video intitolato "Insieme SI vince", in cui la Robur non appare, nella lista delle eccellenze che hanno caratterizzato questi ultimi, travagliati anni di storia cittadina. E che dovrebbero rinascere. Sicuramente una dimenticanza: l'ennesima voluta dal "regime" in questi ultimi anni, a dispetto di dati oggettivi e forse per questo imbarazzanti per il Sistema.
Mille bambini saranno sistemati in mezzo al campo a comporre la scritta Siena 2019, approfittando anche della presenza della diretta RAI tv.
E mentre i bambini saranno "sacrificati" per la coreografia, io sarò girato di spalle; o fischierò. Esprimendo in questa maniera la mia totale disapprovazione all'utilizzo strumentale - ancora una volta - di una squadra di calcio che niente deve avere a che fare con la politica (perché di questo si tratta), la stessa che ci ha distrutto non più di qualche mese fa.
Dentro lo stadio, insieme a me, ci saranno centinaia di altri tifosi che spero seguano il mio esempio, disapprovando pubblicamente la coreografia, o ciò che sarà prodotto.
Anche per far capire alla cittadinanza che esiste una fetta di gente che non appoggia un progetto che non sente suo e che percepisce, non capendolo, distante dalle proprie necessità.
L'invito a Ponte è di soprassedere a tale decisione di pieno appoggio alla pagliacciata mediatica, sebbene capisco che sia difficile soddisfare il mio desiderio.
Ah, prima che mi sia detto per strada, sui social network, in privato, vi dico che mi sento intimamente autolesionista, tafazziano, gufo, materano. Ma soprattutto resto uno che ha il coraggio di esprimere e di argomentare le proprie decisioni.