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lunedì 8 febbraio 2016

Un giretto ad Amsterdam

Nell'ambito del mio programma di spendere tutto, anche ciò che non ho, e morire fra i debiti - che tanto alla fine ci si guadagna sempre - ho passato nelle vacanze di Natale un fine settimana lungo ad Amsterdam.
"E che cazzo ce ne frega?", direte voi.
Vabbè ragazzuoli, se si prencipia così, allora non si va davvero da punte parti; per cui, vi prego di lasciarmi almeno sviluppare una bozza di pensiero logico (e state calmini...).
Ordunque, come spesso mi capita, quando vado all'estero, a me piace molto osservare, capire e poi fare comparazione.
Ma di mettere in parallelo Olanda e Itaglia mi importa davvero poco, anche perché, essendo noi indietro di almeno 40 anni rispetto a loro (un Paesello che nasce sott'acqua, non ce lo dimentichiamo), la sfida non reggerebbe.
No, mi garberebbe di più tentare di verificare punti di contatto fra Amsterdam e la nostra Siena, la più bella delle città.
"Seeeeee, ora metti in confronto una capitale europea con più di 2 milioni di abitanti con Siena...", (ri)direte voi.
Certo... mutatis mutandis e valutate le debite tare, lo faccio, in riferimento a due tematiche "calde" ma "facili", di quelle cioè che anche un cittino potrebbe risolvere in un battibaleno.

I MUSEI
Amsterdam è (anche) città d'arte, sia per la propria particolare architettura urbanistica, sia per essere stata l'epicentro del cosiddetto Gouden Eeuw (Secolo d'Oro), quel secolo 17° in cui, per una serie di "fortunate" concause, l'Olanda si trovò letteralmente al centro del mondo, fra il fiorire di scoperte scientifiche e di indimenticabili opere d'arte. In quegli anni si afferma anche una pletora di eccezionali pittori, qualcuno nato e vissuto nella capitale, qualcun'altro nelle città limitrofe. Ed allora ad Amsterdam cosa hanno fatto? Pensate che strullarelli... Invece di organizzare incontri di boxe o zumbe all'interno di famosi musei, hanno predisposto mostre permanenti di capolavori di artisti locali! Sì, sì, è proprio così! Esiste un Van Gogh Museum, spettacolare solo per il design avveniristico. Esiste un Museo della casa di Rembrandt. Esiste il Rijksmuseum, una sorta di astronave che permette un viaggio nel tempo nella storia dell'arte olandese. Insomma, sarebbe come se da noi il Santa Maria della Scala ospitasse una mostra completa e perenne di Ambrogio Lorenzetti, o come se la Pinacoteca (aperta e funzionale) esponesse in maniera logica i capolavori di Duccio, Simone Martini, ecc. Ma quando mai! Evidentemente, è troppo poco smart...

LE BICICLETTE
Amsterdam ha ormai un problema: le biciclette. Pare che ce ne siano a giro più di mezzo milione, in costante aumento. Tant'è che sta diventando difficile la gestione delle stesse, nonostante il Comune abbia creato dei mega parcheggi (quello della stazione ha 10.000 rastrelliere). Un incubo, a volte, per il turista, che si sente scampanellare dappertutto, puntato da queste mega bici, che non rallentano mai, soprattutto quando viaggiano nelle loro corsie preferenziali. Eh sì, avete capito bene... corsie preferenziali. Ad Amsterdam hanno deciso (giustamente) di ridurre la circolazione delle auto e di favorire quella dei mezzi pubblici e delle bici; e per queste hanno creato percorsi dedicati, che affiancano in modo ossessivo i marciapiedi pedonali o le strade carrozzabili. Insomma, ad Amsterdam è nato prima l'uovo della gallina, non il contrario. Le aree pedonali non sono transitabili, pena multa, dai ciclisti. Le piste ciclabili sono perfette, senza buche o strisce di bitume gettato a caso. In definitiva, ad Amsterdam i ciclisti hanno forza (che deriva soprattutto dal numero), ma non prevaricano, non hanno la facoltà di fare quel che cazzo vogliono sempre e comunque, non viaggiano imperterriti fra la gente, non hanno più diritti di pedoni o di guidatori di auto. 
Anche in questo caso, cioè, si sta parlando dell'ABC delle regole di convivenza civile. Quelle che probabilmente noi abbiamo abbandonato, a favore delle ossessioni e degli interessi di folosissimi amministratori.

6 commenti:

  1. Sono stato ad Amsterdam qualche anno fa, mi permetto di aggiungere ai musei che citi, il NEMO, il museo della scienza, progettato, guarda un po' dall'italiano Renzo Piano, che insieme a quello delle cere costituisce una vera e propria calamita per famiglie con bambini (così si amplia il target dei possibili visitatori)...
    Quanto alle bici, ribalto il tuo punto di vista: la separazione del traffico ciclabile da quello motorizzato va sopratutto a tutelare l'incolumità del ciclista stesso, che in caso di incidente con macchina o peggio ancora mezzo pesante, avrebbe drasticamente la peggio. Regolare la "convivenza" di questi due flussi circolatori è quindi una questione di "buonsenso ammministrativo".
    Io quando vedo per le nostre strade i ciclisti sfrecciare con quei "capini gnudi" (non esiste l'obbligo del casco per le bici elettriche, seppure raggiungano velocità non lontane da un ciclomotore) tra autobus e furgoni mi sento gelare il sangue, ma immagino che il problema verrà affrontato, secondo un'usanza tutta italica, dopo che ci sarà morto qualcuno....

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    1. Sì, il NEMO è ganzissimo (fosse solo per l'avveniristica struttura architettonica), così come la miriade di altri musei di Amsterdam (c'è anche uno sulle case galleggianti sui canali...), che ti permettono di usufruire di una scelta completa, coordinata oltretutto da un'unica carta, che ti fa risparmiare e non ti fa fare file all'ingresso.
      Giusta anche l'osservazione "al contrario" dei ciclisti.
      La morale, a mio avviso, è sempre la stessa: invece di riempirsi la bocca di parole folose (smart, 2.0, #), che in generale designano tutto o niente, mi piacerebbe che si andasse a strutturare una proposta partendo dalle basi. Ma, evidentemente, se esiste questa enorme differenza di qualità di vita fra noi e l'Olanda (ad esempio), un motivo da qualche parte dovrà pur esserci...

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  2. Io i ciclisti li schiaccerei tutti con carroarmato invece....

    T.& N.

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    1. e io a te taglierei la fava, invece, troiaio d'homo.....;-)

      Stefano Ricci, un vero ciclista con tanto di petentino (ma anche un autista professionista, con tanto di attestati internazionali...)

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    2. Boooooni, boooooni (alla Maurizio Costanzo)

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