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giovedì 4 agosto 2016

Onda su Onda

Evidentemente l'argomento del bio-attacco al vostro governatore ha toccato l'animo di molti nostri lettori, giustamente vogliosi di dire la loro.
Stavolta pubblichiamo un intervento di Lorenzo, che ci racconta come alla fine torni sempre corretta l'equazione faccia-pena.

Nei commenti all’...incidente occorso alcuni giorni fa al Governatore della regione Toscana Enrico Rossi vediamo schierarsi, come al solito in maniera semplicistica, due correnti di pensiero contrapposte.
Quella dei battutisti ("figura di merda", "siamo proprio nella merda" e varianti assortite sul tema) e quella degli indignati per contratto ("Proditorio attacco alle Istituzioni democratiche"... ed amenità varie di contorno). 
Tali banali prese di posizione non aiutano affatto. Non servono a comprendere l’accaduto, a capire il vero problema ed affrontarlo prima che monti l’onda lunga del dissenso (e speriamo solo di quello). 
Le reazioni ai soprusi del potere di quello che un tempo si chiamava popolo e oggi gente, sono spesso volgari, scomposte. Azioni di pancia, vendette consumate preferibilmente calde perchè il sangue monta alla testa in fretta. Roba da poco, atti nella maggior parte dei casi fondamentalmente dimostrativi: non si deve scordare infatti che in Italia tutti o quasi tengono famiglia e la ricerca dell’eroismo a basso costo è una priorità per tutti. Eppure, nella sguaiatezza dell’azione merdoso-terroristica ai danni del signor Governatore, emergono purissime, inequivocabili per chi le sappia cogliere, la saggezza e la misura tradizionali della civiltà contadina. Il giudizio di merito sulle persone oggetto di strali è, misteriosamente, sempre ben equilibrato: tra quel poeta toscano del Trecento e Cesare Beccaria, nasce una nuova categoria di punizione. Non tarata sul delitto commesso (altrimenti nella maggior parte dei casi si dovrebbe passare direttamente alla fucilazione) ma sul più raffinato concetto della faccia che lo rappresenta: Delle facce e delle pene, avrebbe appunto scritto il Beccaria. 
E la proporzione aurea inconsapevolmente nascosta nell’equazione faccia-pena si manifesta in maniera completa nell’appropriatezza delle punizioni scelte, nel loro essere coerenti con ambiente e persone. Se in un Paese da operetta comandano personaggi da avanspettacolo, quale punizione può essere più appropriata di qualcosa associabile alle comiche? 
E così il povero Governatore è stato oggetto di una bio-aggressione che per modi e dinamiche doveva essere, nelle intenzioni, consona alla statura politica e alla faccia del personaggio in ossequio al processo mentale inconscio che si è tentato di spiegare poche righe più sopra. 
Al Governatore, a parte l’abluzione merdacea, di questa faccenda che per una volta non puzza di marcio resta poco o nulla: l’aggressione non è rivendibile neppure a livello di curriculum politico: chi si vanterebbe di essere stato aggredito a quel modo per rivendicare il proprio impegno costante e serietà nell’azione a beneficio delle comunità che rappresenta? Forse solo un esponende PD sindaco di una città che non nomineremo e che rilascia interviste televisiva nei giorni di Palio al verrocchio con indosso gli occhiali da sole. 
Per tornare al punto focale e chiudere la riflessione, si tratta ora solo di capire se il messaggio simbolico sotteso all’aggressione organica sia stato efficace o meno, se tutto rientra davvero nella teorizzata equazione faccia-pena. 
Se il ministro delle Finanze tedesco Shauble è sulla sedia a rotelle a causa di un attentato subito, se JFK è stato assassinato a Dallas e se Adolf Hitler ha avuto il suo personale Walhalla nel bunker della Cancelleria di Berlino, beh, allora una secchiata di merda addosso a Rossi Enrico, Governatore della regione Toscana, rientra a pieno titolo in una perfetta logica di scala di valori. 

Lorenzo

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