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venerdì 16 settembre 2016

La rimessa laterale... Andiamo a comandare

Serata poetico musicale all’ex Montepaschi Arena (mai nome fu tanto brutto!) di Siena, quella di mercoledì 14 settembre 2016, durante la quale il caldo di fine estate ed il malinconico pensiero del “mare d’inverno”, bianco e nero come le nostre maglie a rigacci verticali e visto alla TV come la partita sul canale di Sport Tube, l’hanno (con l’h, qui sì che ci vole) fatta da padrone.

Già a partire dalle ore 17 “lo stadio era pieno” ma di Cinzia e soprattutto di Pie(t)ro nemmeno l’ombra. Sugli spalti gremiti in ogni ordine di posto non arrivava nessun'eco di cinema all’aperto, anche perché quello in Fortezza è finito da un pezzo, ma si udivano soltanto i primi segnali della violenta perturbazione in arrivo, durante la quale con l’aiuto di “qualche nuvola che dal cielo si butta giù” si sancirà l’arrivo dell’ottobre, proprio come gridava il buon Vincenzo Cardarelli dalle pagine dell’antologia di prima superiore: “Autunno. Già lo sentimmo venire nel vento d'agosto, nelle piogge di settembre torrenziali e piangenti …” (Perché non candidiamo Wiatutti a Capitale della Cultura 2020?).
Nemmeno il tempo di veder comparire gli atleti dal tunnel sotto la pista (ma ‘un si potrebbe chiude' e farli uscire dalla porta come fanno in tutti gli stadi del mondo? Sarà anche muffato quel buco!) che l’arbitro fischia l’inizio. L’avversario di oggi si chiama Lupa Roma (un nome, due parole), ma più che una squadra pare un tragitto di via Michelin: Lupa – Roma 2 ore e mezzo senza traffico.
Nei primi cinque minuti non succede niente: in campo i giocatori si studiano e Colella gli risente tutto. Dopo un avvio in silenzio, le campane di San Domenico cominciano lentamente a carburare. Col passare dei minuti finiranno per essere la vera sorpresa della partita. Unica nota “stonata” di una prestazione perfetta, la sciocca ammonizione alla mezz’ora del secondo tempo, che le costringerà a saltare il prossimo vespro. 
La Robur Siena (un nome, due parole anche lei), disegna sul perfetto campo di gioco delle geometrie complesse, con trame elaborate frutto di movimenti provati e riprovati in allenamento. Fantasia e tattica si fondono perfettamente all’interno della manovra avvolgente degli 11 atleti senesi, che stringono in mano il pallino del gioco e non lo danno a nessuno. D’altra parte hanno anche ragione: siamo a Siena, quindi il palline è mio e fo giocare chi mi pare.
Dopo un forcing di qualche minuto, la schiacciante supremazia e gli sforzi profusi trovano finalmente la loro ricompensa: calcio d’angolo conquistato davanti agli occhi di tutti, senza se e senza ma. Ora voglio vedere se anche stavolta i soliti criticoni avranno da ridire... Dalla bandierina si presenta il buon Castiglia, che “tutti lo marcano ma nessuno lo piglia” e con il braccio alto, chiama lo schema. Dietro di lui, affisso alla rete di recinzione, su uno degli ultimi cartelloni pubblicitari rimasti intorno al campo campeggia la scritta “Figurella”. Certo, pensando a mente fredda alla sua punizione del secondo tempo, dopo la quale la palla ha esclamato: “Saluti dallo spazio, le fragole maturano anche qua”, sarebbe stato troppo facile pensare “Figurella” sì ma di merda, invece – considerando che in tribuna c’è Anna “bello sguardo ma che ogni tanto perde qualcosa” tipo un paio di milioni d’euro, Federico che “la gente non lo sa ma ha 15 anni” e Giovanni “telegrafista e nulla più” con “il cuore urgente anche senza nessuna promozione” (ora voglio proprio stare a vedere chi la conosce questa. Non vale controllare su Google!) – ecco che nell’intervallo arriva la grande pensata. Ivan Castiglia testimonial del centro di dimagrimento: C.I.7 in versione 7 chili in 7 giorni. Soddisfatti o rimborsati con un abbonamento in curva Beneforti. Lui non approva e chiede il cambio. Uscirà comunque fra gli applausi degli endocrinologi.
La partita scorre via silenziosa, gli unici rumori percettibili sono gli strilli dei cittini alla Lizza, intenti a tirare i sassolini piccoli ai cigni grandi. Meno male riapre l’asilo, almeno la nonna respira un secondo. Sono tre mesi con non si vede col “ganzo”. Boh, per quanto ne sa, potrebbe essere anche morto! Meno male c’è Facebook!
Verso il 90°, quando oramai s’è fatto buio, mentre la gente ha già cominciato a moccolare per le due ore di permesso “prese e perse” (le lettere sono sempre le stesse ma mischiandole il significato cambia parecchio), non mi ricordo che accade. Ah sì, niente. La L.R. continua a divorarsi mostruose palle goal e la R.S. continua a concedergliele, in una guerra psicologica del tipo: voglio vedere se ti stanchi prima te di sbagliarle o io di fartele sbagliare.
Negli ultimi istanti tuttavia, il match ha un sussulto, la palla carambola (se si parla di pallino, non può far altro) verso la buca del calcio d’angolo di destra lato porta romana (sì... e Ovile… Capitemi via, intendevo dalla parte dove pinta il Siena), ma esce lateralmente. Il biondo e altissimo lituano Marius 17, al secolo Stankevicius - che vi giuro non ha mai giocato nella Mens Sana, nemmeno ai tempi boni di Ferdinando nostro – strappa la palla dalle mani del solito raccattapalle rossino che straccia tutti a calcio tennis nell’intervallo (e che oramai avrà 22/23 anni) – e grida: “C’è rimessa laterale!” e dentro l’aria di rigore, di colpo e senza nessuna logica tutti i giocatori bianconeri piegano il busto all’indietro, alzano la testa verso il cielo e sollevando una spalla alla volta rispondono: “Andiamo a comandare”. Nella mischia che ne scaturisce l’arbitro segue il tempo col fischietto, mentre segna sul taccuino le ordinazioni della gente seduta ai tavoli della panchina, i badarighe sui cubi fanno l’otto con le bandierine e Moschin sbaglia un paio di rinvii con i piedi. La L.R. s’invola in contropiede (nova...) con La Camera che per fortuna “ha poca luce e poi è molto più stretta di come da giù immaginavo” e Cafiero, nipote di Pasquale “il brigadiere del carcere oinè che sta a Poggioreale dal 53”, ma poco prima del privè di Via dei Mille decidono di andare verso i Bagni, fallendo l’ennesima facile occasione.

Robur Siena – Lupa Roma: 0 – 0. Sarà anche presto, ma visto come andò l’anno scorso lo dico ora e poi taccio per sempre: o provate a fare qualcosa e cambiate marcia, dimostrandovi – tutti – di essere degni di SIENA, oppure sappiate che avete già iniziato a rompere i coglioni. E visto che ci siamo ne dico anche un’altra: questa maglia nova non si guarda! Siccome c’ho giocato diversi anni, lo posso dire: sì, sembra quella del vecchio Buonconvento! E se fossi la scritta dello sponsor, scenderei e 'un ci rimonterei più!


Tutti uniti insieme avanzeremo!


Mirko

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