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mercoledì 11 gennaio 2017

"Le Leopoldelle" - Metodologia ed analisi delle tecniche

E così, (parecchio) alla zittona, si è svolta durante le vacanze natalizie la prima edizione de "Le Leopoldelle".
E siccome tantissime - giuro - sono state le domande, i commenti e le reazioni pre e post evento, avrei deciso di strutturare l'articolo sotto forma di FAQ, per permettere a tutti di capire qualcosa di più. Ci proviamo, dividendo il racconto in due parti distinte, perché altrimenti si finisce per doventare troppo lunghi.

CHE C%&&O SO' "LE LEOPOLDELLE"?
Diciamo anzitutto che "Le Leopoldelle" hanno rappresentato un tentativo di far uscire, anche fisicamente, dalle pagine del blog molte tematiche trattate in questi anni, dando contemporaneamente un volto a qualche scrittore ormai diventato "famoso" (uno per tutti, senza che gli altri me ne vogliano, Mirko, che si è manifestato in tutta la sua prorompente fisicità). Operazione rischiosa, ma a mio avviso "doverosa", visto che da un po' propugno l'idea di affiancare altro rispetto alla scrittura giornaliera sul blog (anzi, sui blog, allargando il concetto ad altri simili spazi). In particolare, si è trattato di alcuni approfondimenti su temi che Wiatutti in questo tempo ha tentato di affrontare.

QUALE METODOLOGIA E' STATA UTILIZZATA?
Probabilmente il complimento più bello che mi è stato rivolto è stato il seguente: "Per la prima volta dopo tanto tempo, in quella stanza si è sentita la bellezza di tornare a parlare di cose interessanti con la massima libertà". Premesso che tutto ciò dovrebbe rappresentare la normalità delle cose (ma evidentemente, se una persona normodotata si sente di formulare il commento di cui sopra, la realtà ci dice altro), probabilmente nel corso delle discussioni si è riformato il senso - direi quasi l'ideologia - di Wiatutti: il blog (o il dibattito) è solo ciò che si decide che esso stesso sia. Senza che esistano rapporti comunicativi di alto-basso, per cui il titolare del blog (o il moderatore del dibattito) impone regole e soprattutto veicola il ragionamento dei convenuti, il pensiero è corso fluido, fra un input fornito dai relatori/pungolatori ed una libera discussione, con domande non preconfezionate e possibilità di civile confronto fra i presenti. Per una volta almeno, coloro i quali, fra l'altro senza alcuna qualifica o qualità, ci vorrebbero imporre cosa discutere, come discutere e dove discutere, non sono esistiti. Ripeto un concetto, evidentissimo ormai: Wiatutti è la prova provata che, fuori dai soliti binari di chi da anni immemori ci racconta una interessata Verità, esiste una massa senziente di gente non interessata ma interessante che ha molto (molto) da dire. Va a finire davvero che la massa mostruosa, ingestibile e coatta possiede al proprio interno molta più vitalità e produttività dei veri Mostri, cioè chi ci comanda e chi a questi tiene la balla. Ad entrambe le categorie va il mio personalissimo disprezzo, en passant.

CHE TIPO DI LINGUAGGIO E' STATO ADOTTATO?
Credo fermamente che ogni tipo di messaggio possa passare come interessante, qualora lo si comunichi in maniera divertente. Anche in questo, Wiatutti spero qualcosina abbia insegnato. Si può fare informazione (non importa se non si toccano temi sempre "alti") con il sorriso sulle labbra, sebbene spesso esso risulti amaro. Il sarcasmo, la battuta, la volontà di prendere bonariamente in giro l'altro ("alla senese", mi verrebbe da dire) senza volerlo assolutamente ferire, la ricerca dell'autocritica scherzosa, gli scivoloni (controllati e non) verso il grottesco e l'assurdo, l'improvvisazione sono tutte tecniche di base per tenere alta l'attenzione, per non far crollare la palpebra, per passare insieme un momento di divertimento. Il tutto - attenzione - parlando di "roba pesa", di tematiche ostiche ed intellettualmente interessanti. Ergo: ribaltiamo il concetto secondo il quale solo una scrittura prosopopeica e di potere abbia una dignità e ci informi di ciò che per noi pare sia essenziale! Il vero mattatore della serata, l'immancabile Maxcicci ormai diventato un feticcio wiatuttiano, ha dimostrato come si possa essere protagonisti assoluti, pur interpretando la finta spalla e tendenzialmente andando in culo a tutti, soprattutto dopo cena. Il suo cartellino rosso sventolato sotto il naso di un esterrefatto Avv. De Mossi rappresenta, a mio avviso, uno dei momenti più volontariamente comici della serata.

CHE SCOPO HANNO AVUTO "LE LEOPOLDELLE"?
Nessuno, se non quello che ognuno di noi ha voluto dargli. "Un momento di vero confronto", "L'inizio della campagna elettorale", "Qualcosa da rifare assolutamente, anzi da rendere ciclicamente fisso", "L'avvio della rinascita della società civile senese", "Il primo vagito di un potenziale movimento di massa": questi solo alcuni dei commenti che nei giorni successivi all'evento mi sono giunti. Tutti giusti, se formulati con coscienza. Per me, questa serata ha avuto tre scopi principali, fra l'altro ampiamente predetti: a) aver voluto dare una minima visibilità a chi fa (fisicamente) Wiatutti, a chi cioè sceglie liberamente di deliziarci con i suoi articoli. Ebbene, questo scopo per me è fallito, dato che troppo densa è stata la comunicazione su tematiche da dibattito; ragione per cui dovrò e vorrò porre rimedio a questa defiance e, prima o poi, un'altra serata solo (sottolineo: solo) a disposizione degli scrittori (cioè di voi) sarà dedicata. b) aver dimostrato che Siena non è solo merda e che magari la merda si trova altrove, forse più in alto, forse verso le sfere di chi ha depredato e distrutto, sapendo di non pagare mai il fio. Siena è viva, in basso ci sono nuovi fermenti culturali, stimoli che il Potere non può più intercettare del tutto, in questa società post-post-moderna, talmente fluida (Bauman docet) da poter anche non essere inquadrabile o etichettabile. c) aver avuto il piacere di stare insieme e di condividere una spazio in pieno rispetto dei diritti dell'altro, tentando anche di non annoiarsi.

CI SARA' UNA RIAVUTA?
Boh, dipende. Da chi? Da noi. La serata ha buttato sul tavolo, a mio avviso, talmente tanti spunti per eventuali approfondimenti che, ad averne voglia, domani stesso si potrebbe ripartire da capo e parlare di altre questioni. Avete voglia? Avete tempo? Avete ipotesi di lavoro? Bene, ad organizzare una seratina così non ci vuole un cazzo, basta alzare il culone, trovare tempo (ed il tempo lo si trova, se una cosa interessa) e programmare. Un amico presente alla serata mi ha già, ad esempio, sottoposto un'idea di secondo ritrovo e-c-c-e-z-i-o-n-a-l-e, che, per quanto mi riguarda, vale assolutamente la pena di portare avanti. Insomma, una porta è stata aperta, la gente c'è, a mio avviso potenzialmente ce ne sarebbe taaaanta di più da poter coinvolgere. Abbiamo voglia di fare qualcosa? Pensiamoci.

4 commenti:

  1. Dicci dove e quando.

    Quix presente!

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  2. Ma El Cinico era presente?

    Un'ammiratrice(che si autoerotizza e squirta quando EGLI scrive).

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    Risposte
    1. No,ma vorrei stare nel mezzo tutta ignuda tra LUI ed il Professor Maxcicci per un'oretta...con te che guardi e ti "sfiori",off course.

      L'ammiratrice SQUIRTOSA di El Cinico.

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