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martedì 21 febbraio 2017

LA FOLOSA COMMEDIA. Inferno, Canto XIV. I violenti

"Canto XIV, ove tratta de la qualità del terzo girone, contento nel settimo circulo; e quivi si puniscono coloro che fanno forza ne la deitade, negando e bestemmiando quella; e nomina qui spezialmente Maxcicci scelleratissimo in questo preditto peccato"(Anonimo commentatore dantesco del XIV° secolo) 

Raccolsi i rami dell'albero del suicida e andai dietro a Lapo fino al confine tra il secondo e il terzo girone del VII° cerchio, laddove mi ritrovai in una landa desolata, in cui non cresceva nessuna pianta, ma proprio nessuna, nemmeno i famosi cavoli derivatibancari.
Il terreno era formato da una spessa sabbia simile a quella del deserto libico e molto differente dai lidi dei folosi vacanzieri, attraversata in lungo e largo da Catone il Professorone, con un enorme suvve nel quale risuonava un sottofondo musicale che faceva così: "Sapore di foloso, sapore di mer...". Ed in questa spiaggia le anime erano distese in maniera diversa, alcune stavano supine e bestemmiavano parole brutte brutte, tipo: "Porc... come va bene! Maremma bu'aiola come si sta bene". Altre invece stavano sedute, altre ancora camminavano all'infinito, in gruppo, gridando: "Va tutto benone, w tutti".
Ad intervalli regolari sulla sabbia cadevano faippole infuocate che colpivano le anime: "Ohi, che dolore... ma come va bene! Ci stiamo ustionando, ma va tutto benissimo". Come se non bastasse, anche la sabbia mandava lingue di fuoco, bruciando il culo ai poveri sventurati.
Fra tutte, c'era comunque un'anima che sembrava non aver paura e non temere niente e nessuno, che andava in tasca a tutto, insensibile a tutto ciò che gli pioveva addosso. "Chi è quell'anima?", chiesi.

Ella mi sentì ed in maniera sprezzante mi disse: "Ti vo in culo da morto, come ti so' andato in culo da vivo". Lapo mi disse che si trattava di Bispaneo il Maestrone e, rivolgendosi al dannato, gli ricordò come si trovasse lì per la sua maestrale superbia ed arroganza. "Parlaci di tutti i magheggi che hai ordito negli anni in cui eri vivo, di quanto hai tramato alle spalle della gente onesta, di come hai controllato la politica", urlò la mia guida. Ma lui niente, sprezzante non aprì più bocca.
Più in là stava un uomo dalla testa gigantesca, che inveiva continuamente contro ogni divinità. Maxcicci era il suo nome, giunto all'Inferno dopo essere stato folgorato da una saetta per ripetute bestemmie. Ed ora il dannato gridava: "M'import auna sega se mi butti inc apo qualche fulmine, speriam otu moia, te e tutta la tu famiglia".
Con la guida ci guardammo sconsolati, ben sapendo che niente avrebbe potuto salvare l'anima dalla testa enorme. Allora Lapo mi chiese di seguirlo, finché non arrivammo nei pressi di un fiumiciattolo di sangue color magenta, che proveniva da un isola di Foloso City, Isola d'Arbia: le sue acque erano composte dalle lacrime di chi un tempo là voleva costruire un centro sportivo.

8 commenti:

  1. primo ma il nostro Cappottino preferito come sta? Hai notizie?

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    1. Pare ci siano novità sentimentali (ma qui mi fermo). Per il resto solito tran tran e solite cacate nel bosco sotto i castagni. Insomma, w tutti

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    2. Novità sentimentali nel senso che...sé messo con la massaggiatrice thailandese? :)

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    3. No no, quello resta un rapporto puramente professionale

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    4. Cappottino Nostro s'è messo con il brasiliengi di Max Cicci.

      L'ha convinto con 5 cm in + di fava,con l'olio canforato per vedè se prende anche "rai 2" e con un rialzo di 10 euro in zona Cesarini.

      El Cinico (inviato speciale in zona Colonna S.Marco)

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  2. Vogliamo Cappotto nel giudizio universale.

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  3. Senti primo ce la facciamo a far ballare maxcicci questa canzone?
    https://m.youtube.com/watch?v=4OKNplBnRDM
    Se vuoi postala anche sul muro è troppo divertente

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    1. Ci proveremo, ma sarà durissima, poiché il Divo è bizzarro e dipende tutto da come gli sghiribizza al momento

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