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mercoledì 15 febbraio 2017

Rep futuristico

Solo al buio sdraiato sul letto, come sempre a fine giornata ritrovo me stesso e comincio a pensare e riflettere.
Mi rimbomba ancora nella testa il rep futuristico che ha messo il dj alla festa danzante dove ero a bere un birrino, quando con lo sguardo ho cercato ed incontrato quello di Lele che con me condivide l'Ultima Trasferta, perchè lui capisce cosa questo pezzo rappresenti, vivendo le stesse emozioni che vivo io, ogni maledetta volta che lo ascoltiamo, lui e tutti quelli che hanno partecipato a quell'ultima trasferta...
11 febbraio 2011, anticipo della V° di ritorno, campionato di Serie B 2010-2011.
Sono le 15.30 di un venerdì come molti, ma più speciale: comincia il fine settimana, gioca la Robur, si va in trasferta con gli amici di sempre: ecco i vari motivi che rendono questo venerdì più venerdì di altri.
La partenza è fissata per le 16,30 ma alcuni - come me - sono già lì da un po', altri arrivano già "imbenzinati" da un mega pranzo pre-trasferta, poi ecco anche TDF con lo "zaino speciale" che contiene il mitico bandierone con il vespone di "The Wall": "Oh Ciccio, mi dai una mano con questo, vero?". Certo che sì TDF, ormai è prassi.
Arrivano alla fine tutti, con derrate e viveri di conforto vari, fra gente che scarica macchinate di birre e chi ha lo zaino modello "tasca di Eta Beta" (per i più giovani, personaggio Disney il cui nome completo era Luigi Salomone Calibano Sallustio Semiramide, in originale Pittisborum Psercy Pystachi Pseter Psersimmon Plummer-Push, che aveva delle tasche da cui tirava fuori ogni cosa, dall'ago al treno) da cui saltano fuori prosciutti e teglie di pastalforno, sebbene gli elementi più presenti siano rappresentati da componenti liquidi.
Io mi siedo accanto a TDF, di fianco all'uscita posteriore, dato che i posti in fondo come sempre sono appannaggio dei più agitati. Aniello (mitico autista napoletano che ci ha accompagnato in tante trasferte ed in questa è al suo debutto) mette in moto e si scatena l'inferno: cori, gotti e tutto il resto. Finalmente si parte, in leggero ritardo perchè i soliti erano a "merenda" dal Rossi al Braccio.
Arriviamo alla rotatoria dell'Impruneta e ci fermiamo a raccogliere Paolino, ma mentre lui sale Aldo scende e poi rimonta con una cassa di aranci regalategli dall'ominodelcamion, fervente tifoso del Napoli, che quando comprende che stiamo andando a Atalanta, dona i frutti dicendo: "Portateli allo stadio e tirateglielo uno da parte mia a 'sti polentoni omm'emmerd".
Nel tratto appenninico già si sentono scatorciare per il pavimento lattine e bottigliette vuote, le curve imperano e comincia a salire il tormentone, quel (da allora) mitico "Rep futuristico" saltato fuori forse da un cd cipolliano; il brano si ripete con una cadenza quasi ossessiva, ogni poco riparte, complice un dj Mirko che ce lo ripropone in maniera ciclica, finché a Bologna è già un mantra obbligato che tutti canticchiano.
Nella fase discendente del tratto appenninico, il più giovane del gruppo - Enne - si sente male, (N era al tempo minorenne, per cui il nome intero non verrà citato per rispetto, ok Niccolò?) ed il Guaspa, quasi come un buon fratello maggiore, lo accudisce. Lui, sempre il meglio! Ecco che gli amici di contrada tirano fuori per N la scusa "del crostino" utilizzata molti anni prima per riportare proprio il Guaspa a casa dopo una cena importante, con esiti facilmente immaginabili: "Non si preoccupi Giuliana, gli ha fatto solo male un crostino, l'ultimo".
Passa Bologna e ci fermiamo al solito autogrill di Modena: rinfrancati, rimontiamo e riparte il tormentone del "Rep futuristico".
Passa la piana, sfila dai finestrini quella tavola rasa piena di capannoni, casette basse, campanili auzzi, in un loop infinito che si ripropone senza limiti di continuità. Se non fosse per i cattivi odori che si alternano, sembrerebbe di rimanere sempre nello stesso posto, ma nel Carpigiano "si sente la presenza delle mucche", a Mantova "si percepisce" invece che ci sono i maiali"; con il Guaspa commentiamo come facciano ad abitare quelle zone così tante persone, poracci.
Cori, cori, cori, intervallati da un "TRANNE TE, TRANNE TE, TRANNE TEEEE, TRANNE TE...". Gli animi ascendono al massimo livello della libidine da trasferta, in un crescendo di condivisione delle pulsioni sportive. Altro panino al volo. Arriviamo al casello autostradale dove ci aspetta il servizio d'ordine, Aniello vorrebbe forzare il blocco: non ama molto le divise, o forse è stato contagiato dall'ambiente dove il coro più diffuso riportava che l'unico rispetto era dovuto alla divisa dei Pompieri.
Ci fanno attendere, vogliono creare una colonna "dedicata" di auto e pullman, ma quando si rendono conto che siamo pochi più decidono di partire, poiché l'anticipo del venerdì impietoso nell'orario quasi impedisce le trasferte, il tutto ad appanaggio delle pay tv, che io odio. E via, sfrecciamo per le vie di una città che conosciamo a mala pena ma che mi dicono sia molto bella. Non mancano i saluti dei tifosi locali, i medi si sprecano e noi contraccambiamo, certi che venderemo la pelle a carissimo prezzo. Forse forse i più preoccupati dovrebbero essere loro, noi abbiamo una squadra di gran carattere che in molti aspetti ricalca quello del suo Mister, quel Conte ancora un po "scarsocrinito".
Arriviamo allo Stadio Atleti Azzurri D'Italia (nella mia città un nome così sarebbe durato come un gatto in tangenziale), accolti da numerosi fischi, ma non dalla curva orobica con cui non siamo amici, ma che ci porta rispetto. Aiuto TDF a montare il bandierone, parte la "Verbena" d'obbligo ed inizia la partita.
Ometto la cronaca di quell'incontro che finisce con uno 0-0 che rimanda ancora l'elezione della regina del torneo, ma la consapevolezza è che Coppola sia stato il meglio in campo, sebbene ci si sia difesi bene.
Felici rimontiamo nel pullman che ci riporterà a casa e subito ricomincia il refrein: "TRANNE TE TRANNE TE TRANNE TEEEE", e cori contro gli Atalantini lanciati dall'autista Aniello. Il viaggio di ritorno è, se possibile, ancora più agitato di quello di andata, fra cori e canti continui, interrotti solo dalla classica fermata all'area di servizio nei pressi di Modena. Si mangia un panino con la solita birrettina, il Guaspa prende un grattaevinci e dice: "Non ho vinto, va bene uguale, ma la cassiera era ZZZZZ". Si riparte, siamo stanchissimi, sono le 2 passate ma difficilmente chiuderemo occhio; a turno si canta e si salta con il solito tormentone e con i nostri cori.
Arriviamo all'Acquacalda, la gente si saluta, scarica striscioni, bandiere ed altri materiali e non contenti rimaniamo in quattro: il Guaspa, Carlone ed io a contenderci Pastore, dopo averlo convinto di andare al pronto socccorso a farsi medicare la mano che si è ferito con la barriera dello stadio nel tentativo di conquistarsi una maglia (la ferita ricorda molto quella del grande Vergassola a Modena nella prima mitica salvezza, ma per fortuna è molto meno grave). Pastore si lamenta: "Ora la senti la mi' citta quante me ne dice....", ma la disputa la vince Carlone che lo accompagna alle Scotte.
Felici ma stanchissimi, alle 04,45 di sabato 12 febbraio ci salutiamo per non rivederci mai più. "Ciao Lory, dai un bacione a Roby e Michela, ci si vede in società". E lui, di rimando: "Grazie, ma non lo so, Roby ha un po' di febbre, magari sabato prossimo". Un abbraccio e via.
Scrivere queste righe mi ha scombussolato, non vi nascondo che ho le lacrime agli occhi, ma non potevo non ricordare la mia e la vostra Ultima Trasferta con il Guaspa, quella forse più intensa a detta di tutti. Ne abbiamo fatte altre prima e dopo, questa è stata bellissima, ma purtroppo è stata anche l'Ultima.
Scrivo questo articolo forse anche per scusarmi, con Lui e con Voi se non sono stato presente alla cerimonia della dedica della Curva al Guaspa: purtroppo sono cominciati i miei impegni domenicali con i ragazzi del Sanminiato e quindi dubito che riuscirò ad essere presente durante questa annata, ma rimane un fatto incontrovertibile, il refrein "TRANNE TE TRANNE TE TRANNE TEEEEEEE" non potrà essere rivolto al Guaspa, perchè Lui sarà sempre presente.

IL GUASPA C'E'!


L'Irlandese Volante

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