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giovedì 21 settembre 2017

W la nostra Siena (2023-2030)

Finalmente, stante le mie violentissime invocazioni, qualcosa e qualcuno si muove! Ebbene sì, abbiamo un accenno programmatico a ciò che diventerà (o potrebbe diventare) il nostro (ex) borgo (ex) polveroso. Autore d'eccezione: il vicesindaco Fulvio Mancuso.
"Rubiamo" volentieri dalla bacheca di FB del nostro vicesindaco un suo post di qualche giorno fa, a commento di un articolo apparso sul Corriere della Sera a tema: "L'Italia in movimento".
Bell'articolo, indubbiamente. Uno di quegli articoli che, una volta terminato, ti lascia un po' così, con lo sguardo perso nel vuoto a riflettere in modo introspettivo e languido. Mentre ti fai profonde domande del tipo: "Chi sono?", "Dove vado?", "Cosa cazzo ho letto?".
Ammetto, ammetto... Io ho ormai una pazienza quasi azzerata ed un razzismo intellettuale altissimo. Ragion per cui, quando mi fermo a leggere qualcosa che non mi piace / non capisco, mi incazzo e subito dopo mi lascio andare, a pensare a quel Thor 150 della serie Corno che ancora mi manca, a quanto veramente pesi Jabba the Hutt, alla Robur di nuovo in Serie A. 
Una volta - lo prometto - questo articolo lo leggerò; l'ho scaricato sul PC e lo leggerò. Giuro.
Ma intanto (clamoroso colpo di culo) qualcuno lo ha masticato ed interpretato per noi, addirittura riadattandolo alla realtà senesota! E se quel qualcuno è il dott. Mancuso, in assoluto il più vispo dei nostri Amministratori, il vantaggio è ancor più estremo.
Ordunque, io con tutto ciò che è smart mi ci intrigo, per cui farei così, per non scontentare nessuno e per non correre il rischio di alterare il senso di quanto riportato: copierei ed incollerei il post integrale del nostro vicesindaco e farei esso stesso parlare, per spiegarci la visione futura e futuristica di Mancuso.
Siori & Siore... Silenzio in sala!
Si prencipia.


SIENA 2023-2030: COME LA IMMAGINO E COME POTREBBE DIVENTARE (PROGRAMMANDO SERIAMENTE...).
Quello che ripeto da tempo, quando mi chiedono quale è la mia visione strategica della città e del territorio per i prossimi anni, è perfettamente corroborato da questo importante articolo che oggi occupa le pagine 2 e 3 del Corriere della Sera.
Non esiste più l'Italia divisa in due (nord-sud) e nemmeno quella triangolare (con l'aggiunta del tessuto produttivo delle piccole e medie imprese di regioni come la Toscana, il Veneto e le Marche).
Esiste un Paese policentrico e in movimento, di vite in e di merci mobili, di flussi, in sostanza. Flussi che si dirigono laddove si genera un'attrattività specifica.
Certo ci sono le grandi città - soltanto 6 sopra i 500mila abitanti e 15 sopra i 200 mila in Italia - che generano quasi il 10% del PIL nazionale.
Ma c'è molto altro: a influenzare la direzione di questi flussi, e dunque queste varianti demografiche stabili o temporanee (studenti, turisti), ci sono soprattutto le specifiche forme di diverso condizionamento dei flussi che fungono da calamita: i centri di studio e di specializzazione, gli stili di vita e il contesto ambientale, la cultura, le infrastrutture e dunque la qualità di accoglienza e dei servizi, la capacità di esportare delle "multinazionali" tascabili e del tessuto produttivo del territorio, piccolo ma in grado di allungare i propri distretti e di stare nel circuito (anche digitale) della produttività globale.
Insomma, calato sulla nostra piccola ma attraente città e sul nostro territorio per certi versi unico, ribadisco che la questione da mettere al centro per dare un futuro non di piccola periferia turistica fiorentina e per rafforzare la nostra struttura demografica in via di palese indebolimento (a Siena 100 giovani per 241 anziani) è soltanto una: lavorare con tutto il nostro impegno sui driver che caratterizzano i nostri elementi di forza. Qualità dei saperi e dimensione di città universitaria e internazionale (che si traducono in economia delle scienze della vita e qualità sanitaria), innovazione, cultura, eccellenza delle produzioni agroalimentari di qualità, ambiente, stili di vita e alta vivibilità urbana, servizi universalistici equi e rafforzati da tutte le reti di protezione sociale.
Su questo terreno, a mio avviso, va pensata e programmata la Siena2023-2030.



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Ovvia...
Allora avete capito, no?
Gnamo, ci si risente.

5 commenti:

  1. Azzo.....
    Questo lo voto!

    Irish

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  2. se lo sapevo prima, che bisognava lavorare sui driver...

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  3. Segnatevi dove si presenta alle comunali 2018 e non votatelo

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  4. La colpa non è di quelli che salgono a Siena col Treno della Speranza,la valigia legata con lo spago e la caciotta con la nduja.
    No,per niente!
    So quelle lerc..nostrali che se li sposano e li fanno restà tra i coglioni,le vere colpevoli.

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