Finalmente, stante le mie violentissime invocazioni, qualcosa e qualcuno si muove! Ebbene sì, abbiamo un accenno programmatico a ciò che diventerà (o potrebbe diventare) il nostro (ex) borgo (ex) polveroso. Autore d'eccezione: il vicesindaco Fulvio Mancuso.
"Rubiamo" volentieri dalla bacheca di FB del nostro vicesindaco un suo post di qualche giorno fa, a commento di un articolo apparso sul Corriere della Sera a tema: "L'Italia in movimento".
Bell'articolo, indubbiamente. Uno di quegli articoli che, una volta terminato, ti lascia un po' così, con lo sguardo perso nel vuoto a riflettere in modo introspettivo e languido. Mentre ti fai profonde domande del tipo: "Chi sono?", "Dove vado?", "Cosa cazzo ho letto?".
Ammetto, ammetto... Io ho ormai una pazienza quasi azzerata ed un razzismo intellettuale altissimo. Ragion per cui, quando mi fermo a leggere qualcosa che non mi piace / non capisco, mi incazzo e subito dopo mi lascio andare, a pensare a quel Thor 150 della serie Corno che ancora mi manca, a quanto veramente pesi Jabba the Hutt, alla Robur di nuovo in Serie A.
Una volta - lo prometto - questo articolo lo leggerò; l'ho scaricato sul PC e lo leggerò. Giuro.
Ma intanto (clamoroso colpo di culo) qualcuno lo ha masticato ed interpretato per noi, addirittura riadattandolo alla realtà senesota! E se quel qualcuno è il dott. Mancuso, in assoluto il più vispo dei nostri Amministratori, il vantaggio è ancor più estremo.
Ordunque, io con tutto ciò che è smart mi ci intrigo, per cui farei così, per non scontentare nessuno e per non correre il rischio di alterare il senso di quanto riportato: copierei ed incollerei il post integrale del nostro vicesindaco e farei esso stesso parlare, per spiegarci la visione futura e futuristica di Mancuso.
Siori & Siore... Silenzio in sala!
Si prencipia.
SIENA 2023-2030: COME LA IMMAGINO E COME POTREBBE DIVENTARE (PROGRAMMANDO SERIAMENTE...).
Quello che ripeto da tempo, quando mi chiedono quale è la mia visione strategica della città e del territorio per i prossimi anni, è perfettamente corroborato da questo importante articolo che oggi occupa le pagine 2 e 3 del Corriere della Sera.Non esiste più l'Italia divisa in due (nord-sud) e nemmeno quella triangolare (con l'aggiunta del tessuto produttivo delle piccole e medie imprese di regioni come la Toscana, il Veneto e le Marche).
Esiste un Paese policentrico e in movimento, di vite in e di merci mobili, di flussi, in sostanza. Flussi che si dirigono laddove si genera un'attrattività specifica.
Certo ci sono le grandi città - soltanto 6 sopra i 500mila abitanti e 15 sopra i 200 mila in Italia - che generano quasi il 10% del PIL nazionale.
Ma c'è molto altro: a influenzare la direzione di questi flussi, e dunque queste varianti demografiche stabili o temporanee (studenti, turisti), ci sono soprattutto le specifiche forme di diverso condizionamento dei flussi che fungono da calamita: i centri di studio e di specializzazione, gli stili di vita e il contesto ambientale, la cultura, le infrastrutture e dunque la qualità di accoglienza e dei servizi, la capacità di esportare delle "multinazionali" tascabili e del tessuto produttivo del territorio, piccolo ma in grado di allungare i propri distretti e di stare nel circuito (anche digitale) della produttività globale.
Insomma, calato sulla nostra piccola ma attraente città e sul nostro territorio per certi versi unico, ribadisco che la questione da mettere al centro per dare un futuro non di piccola periferia turistica fiorentina e per rafforzare la nostra struttura demografica in via di palese indebolimento (a Siena 100 giovani per 241 anziani) è soltanto una: lavorare con tutto il nostro impegno sui driver che caratterizzano i nostri elementi di forza. Qualità dei saperi e dimensione di città universitaria e internazionale (che si traducono in economia delle scienze della vita e qualità sanitaria), innovazione, cultura, eccellenza delle produzioni agroalimentari di qualità, ambiente, stili di vita e alta vivibilità urbana, servizi universalistici equi e rafforzati da tutte le reti di protezione sociale.
Su questo terreno, a mio avviso, va pensata e programmata la Siena2023-2030.
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Ovvia...
Allora avete capito, no?
Gnamo, ci si risente.
Azzo.....
RispondiEliminaQuesto lo voto!
Irish
se lo sapevo prima, che bisognava lavorare sui driver...
RispondiEliminaOggi senza un driver non sei nessuno
EliminaSegnatevi dove si presenta alle comunali 2018 e non votatelo
RispondiEliminaLa colpa non è di quelli che salgono a Siena col Treno della Speranza,la valigia legata con lo spago e la caciotta con la nduja.
RispondiEliminaNo,per niente!
So quelle lerc..nostrali che se li sposano e li fanno restà tra i coglioni,le vere colpevoli.